Copertura del Salterio di Melisenda
Photo courtesy of the British Library
Opera | Copertura del Salterio di Melisenda |
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Datazione | 1135 ca. |
Luogo di produzione | Scriptorium del Santo Sepolcro, Gerusalemme, Regno Latino di Gerusalemme |
Tecnica di esecuzione | intaglio |
Luogo di conservazione | British Library, Londra, Inghilterra |
Descrizione | Oltre alle preziose sulle pagine di pergamena dipinte da almeno sei artisti e da uno scriba francese, il salterio della regina Melisenda era dotato di una preziosa copertura in avorio, oggi separata dal codice, eccezionale sia per la rarità del materiale che per la fattura tecnica della decorazione a rilievo. Il manoscritto, eseguito nello scriptorium del Santo Sepolcro, è frutto di una regale committenza occidentale: fu infatti molto probabilmente regalato alla regina Melisenda dal marito Fulco d’Angiò, sovrano del regno latino di Gerusalemme, nel 1134/1135. I due piatti della copertura erano tenuti insieme da una spina in seta ricamata. Come le miniature al suo interno, anche l’ornamentazione intagliata sulle coperte mostra una commistione di caratteri occidentali e bizantini a cui si aggiungono motivi decorativi islamizzanti. La fronte è incorniciata da una banda con intrecci vegetali e geometrici in cui abitano pesci, piccoli uccelli, foglie di piante, fiori e frutti. All’interno di essa, sei medaglioni disegnati da un nastro continuo racchiudono episodi della Vita del profeta Davide, antenato di Cristo ma anche dei re latini, essendo nella Bibbia re di Israele. Negli interstizi tra un medaglione e l’altro, le virtù, vestite da soldati, combattono i vizi secondo il tema iconografico occidentale della Psicomachia. Sul retro, di nuovo all’interno di una composita cornice e di sei medaglioni, sono rappresentate le Opere di Misericordia corporale, eseguite da personaggi regali vestiti alla bizantina e che rimandano ai sovrani del regno latino. Nello spazio tra i medaglioni questa volta vi sono animali e belve feroci. Su entrambi i piatti le scene narrative sono contrassegnate da iscrizioni in latino; le figure intagliate nell’avorio inoltre presentano ancora qualche traccia della policromia originale, a cui si aggiungevano piccole pietre preziose. Anche la delicata decorazione ricamata sulla spina sul dorso assume un significato simbolico: le piccole croci inserite all’interno di motivi ornamentali e geometrici rappresentano la venuta di Cristo, la quale si pone e unisce le Storie di Davide dell’Antico Testamento e l’arrivo dei re crociati in Terra Santa. |
Bibliografia principale | Buchtal 1957; Kühnel 1994; Glory of Byz., sch. 259, pp. 392-394; Folda 2008. |
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Autore/Autrice scheda | CL |