Icona bilaterale con la Vergine Hodegetria e il Battesimo di Cristo
Foto da Immerzeel 2012-2013
Opera | Icona bilaterale con la Vergine Hodegetria e il Battesimo di Cristo |
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Datazione | 1283/84-1287 |
Luogo di produzione | Kaftoun, Contea di Tripoli |
Tecnica di esecuzione | Tempera su tavola lignea e dorature |
Luogo di conservazione | Monastero di Kaftoun, Libano |
Descrizione | L’imponente icona bilaterale conservata nel monastero di Kaftoun è la più antica superstite in Libano ed è stata portata all’attenzione degli studiosi solo recentemente, negli anni ’90 del XX secolo, in occasione del suo restauro e della sua esposizione in Francia. La “riscoperta” e lo studio di questa icona, soprattutto in relazione al rinvenimento di pitture murali medievali in una chiesa nello stesso monastero, hanno gettato luce sul fenomeno della produzione artistica di ambito siro-libanese del XIII secolo. Sulla base infatti di un’attenta analisi stilistica è stato appurato che l’icona con la Vergine Hodegetria su un lato e il Battesimo sull’altro e le pitture murali non solo risalgono in entrambi i casi alla seconda metà del XIII secolo ma furono prodotte dalla stessa bottega locale, e forse proprio dagli stessi due pittori, in occasione della decorazione della chiesa avvenuta secondo le ricerche di Immerzeel ed Helou tra il 1283 e il 1287. Non è difficile immaginare che gli stessi artefici del programma pittorico delle pareti si siano occupati anche dell’arredo liturgico e quindi dell’esecuzione di alcune icone per la chiesa. Una fortissima affinità stilistica è stata riconosciuta tra la Vergine Hodegetria rappresentata sulla tavola e la Vergine della Deesis raffigurata nel catino dell’abside della chiesa, caratterizzate dalla stessa linearità e chiarezza delle forme, allo stesso tempo austere e monumentali. Se il tipo bizantino dell’Hodegetria, che prevede Maria con il Bambino in braccio e che con la mano sinistra guida lo sguardo dello spettatore verso il Figlio, ammorbidisce lievemente le asprezze dello stile orientale della rappresentazione, il Battesimo mostra una maggiore bidimensionalità, essenzialità e un più forte cromatismo. Al centro della scena Cristo è immerso tra le linee ondulate dell’acqua del Giordano e guarda in basso verso la piccola personificazione del fiume; sopra il suo capo vola quasi in picchiata una colomba che scende dai cieli tra tre raggi di luce. Sulla sinistra è visibile Giovanni Battista mentre sulla destra è presente un gruppo di angeli. Un arido paesaggio roccioso si apre ai lati del fiume e al di sopra delle due sponde, particolare inusuale, Davide e Isaia a mezzobusto espongono specularmente dei filatteri, dei cartigli su cui sono scritti dei passi biblici con rimandi all’acqua del Battesimo. Desta ulteriore stupore il fatto che i passi sono riportati con iscrizioni in siriaco e iscrizioni in arabo, lingue che si aggiungono al greco usato per le abbreviazioni che designano i personaggi. La compresenza di queste tre lingue ritorna nella decorazione della chiesa del monastero di Kaftoun, unico caso in Libano, dove al greco e al siriaco delle intitolazioni nelle rappresentazioni si aggiunge l’arabo dell’iscrizione dedicatoria, fatto che dà ulteriore conferma all’ipotesi dell’esecuzione delle pitture murali e dell’icona nella stessa occasione e che rimanda alla multiculturalità che caratterizzava la popolazione di questo territorio. Anche nel monastero di Mar Musa, nei pressi di Nebek in Siria, sono presenti tutte e tre le lingue nelle iscrizioni pittoriche e dedicatorie, mentre nelle numerose altre chiese dell’ambito siro-libanese ne rimangono solo in greco e in siriaco. Se per la decorazione pittorica della chiesa di Kaftoun sono stati individuati numerosi confronti con altre pitture delle chiese e delle cappelle nei dintorni (come ad esempio Mar Saba a Eddè, Batroun) facendo pensare a dei maestri itineranti che lavoravano sul territorio, la localizzazione della produzione dell’icona con il Battesimo a Kaftoun ha permesso l’attribuzione su base stilistica allo stesso ambito siro-libanese di molte altre icone del cosiddetto Workshop of the Soldier Saints (precedentemente ritenuto un atelier crociato ad Acri), prima fra tutti l’icona bilaterale con i Santi Sergio e Bacco a cavallo conservata al Sinai. Anche qui infatti la Vergine Hodegetria dipinta su una delle due facce mostra una straordinaria somiglianza con quella dell’icona di Kaftoun, tanto da far pensare che siano state prodotte entrambe dalla stessa bottega e per la stessa chiesa, tradizionalmente intitolata ai due santi cavalieri. |
Bibliografia principale | Icones du Liban, exh. cat. 1996; Helou 2003; Immerzeel 2004; Helou 2006; Immerzeel – Helou 2007; Immerzeel 2012-2013; Waliszewski - Chmielewski - Immerzeel - Hélou 2013; Helou 2021; Helou – Abousamra 2021 |
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Schede correlate | Icona bilaterale con la Vergine Hodegetria e i Santi Sergio e Bacco a cavallo Pitture della chiesa dei Santi Sergio e Bacco Icona con San Sergio a cavallo e donatrice Pitture del Monastero di Mar Musa Chiesa di Mar Saba |
Autore/Autrice scheda | CL |