Pitture della chiesa dei Santi Sergio e Bacco
Foto da Waliszewski – Chmielewski – Immerzeel – Hélou 2013
Opera | Pitture della chiesa dei Santi Sergio e Bacco |
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Datazione | ultimo terzo del XIII sec., 1283/84-1287 |
Luogo di produzione | Chiesa dei Santi Sergio e Bacco, Kaftoun, Contea di Tripoli |
Tecnica di esecuzione | Affresco |
Luogo di conservazione | Chiesa dei Santi Sergio e Bacco, Kaftoun, Libano |
Descrizione | Tracce di pitture medievali furono scoperte e portate alla luce nel 2003 nella piccola chiesetta abbandonata all’interno del Monastero della Nostra Signora a Kaftoun. Dopo un intervento di restauro durato dal 2004 al 2009 la chiesa fu riaperta ai fedeli e al pubblico. La pianta basilicale della chiesa, con tre navate divise da arcate ogivali su pilastri, rimanda alla cosiddetta architettura crociata, non necessariamente prodotta da occidentali ma influenzata dalle più imponenti costruzioni di Beirut e Jbeil. La decorazione pittorica all’interno fu eseguita ad affresco, con un’ottima tecnica di tradizione bizantina. Essa prevedeva la stesura di strati successivi di colore sull’intonaco ancora bagnato, attraverso cui venivano modellati i volumi e le ombre delle figure; solo alla fine venivano date alcune rifiniture a secco. Nonostante tutte le porzioni superstiti rivelino la stessa tecnica e la stessa composizione degli intonaci e dei pigmenti, lo stile delle pitture superstiti si differenzia in due gruppi, attribuiti rispettivamente a due maestri che lavoravano fianco a fianco nello stesso atelier, in un periodo di tempo compreso nell’ultimo terzo del XIII secolo. Ad un primo pittore di stampo più tradizionalmente bizantino, forse proveniente da Costantinopoli o da Tessalonica, è attribuita la Comunione degli apostoli, nella parte orientale di entrambe le pareti laterali. Il tema è canonicamente diviso in due parti, in cui Cristo somministra l’Eucarestia rispettivamente con il calice a sei apostoli e di nuovo con il pane ai rimanenti sei apostoli sull’altro lato. Ad un secondo pittore sono invece attribuiti il Cristo in trono con la Deesis (ovvero con Maria e il Battista supplicanti che intercedono per l’umanità) nell’abside, l’Annunciazione sull’arco trionfale, i Santi Soldati e Santi Monaci dipinti sui pilastri e sugli intradossi delle arcate, e San Lorenzo nella navata laterale a cui doveva aggiungersi Santo Stefano, oggi perduto, nella navata opposta. Lo stile di questo secondo pittore risulta di stampo maggiormente orientale, di carattere più lineare e monumentale, sebbene comunque formato nel solco della tradizione pittorica bizantina. È probabile che questo importante maestro locale fosse a capo della bottega, avendo dipinto la scena più importante del programma, quella nell’abside. La presenza di preziosi pigmenti come il dispendioso blu oltremare, composto da lapislazzuli, per gli sfondi delle scene fa pensare ad una commissione di alto rilievo, sulla cui natura fa luce una lunga e frammentaria iscrizione in arabo che si dispiega su tutta la cornice alla base delle volte della navata centrale. Mentre nelle pitture i titoli e i nomi delle figure sono riportati con iscrizioni in siriaco e in greco, i frammenti superstiti della cornice hanno permesso di individuare un’iscrizione dedicatoria in arabo che indica che l’esecuzione della decorazione avvenne sotto il mandato di un «patriarca di Antiochia e di tutto l’Oriente» (dai resti dell’iscrizione). Il nome del patriarca è andato perduto, ma secondo le ricerche di Immerzeel e di Helou potrebbe trattarsi del patriarca melchita (ovvero degli Ortodossi locali di rito bizantino) Arsenio, in carica tra gli anni 1283/84 e 1287, che diventano quindi riferimento per la datazione della decorazione. Nello stesso anno dell’elezione del patriarca un nuovo abate superiore, Simeone, sarebbe stato assegnato al monastero di Kaftoun e in questa occasione sarebbero state prodotte le pitture. Non a caso tra i santi monaci dipinti sui pilastri orientali vi sono l’ascetico Arsenio e San Simeone lo Stilita. Nell’iscrizione in arabo dovevano quindi comparire i nomi del patriarca Arsenio, dell’abate del monastero Simeone e del sovrano regnante dell’epoca, che si ipotizza essere il Conte di Tripoli Boemondo VII (1282-1287). I titolari della chiesa, i Santi Sergio e Bacco, sono invece rappresentati negli intradossi delle arcate occidentali, insieme a San Giorgio e a San Teodoro. Non sono raffigurati come Santi Cavalieri come avviene spesso nell’area siro-libanese, ma in piedi e con lo scudo, secondo la tradizione bizantina. Un’importante icona appartenente allo stesso monastero di Kaftoun, la più antica del Libano, è stata attribuita alla stessa bottega che produsse la decorazione della chiesa sulla base soprattutto delle corrispondenze stilistiche e si pensa che sia stata prodotta nella stessa occasione delle pitture. Anche sull’icona nella scena del Battesimo di Cristo sono riportate iscrizioni in tre lingue, greco, siriaco e arabo e questa “compresenza”, che si verifica solo in questa icona e negli affreschi di Kaftoun, testimonia la composizione multiculturale della popolazione del territorio siro-libanese. A partire da questa prima attribuzione, alla stessa bottega che ha eseguito le pitture di Kaftoun sono state ricondotte sulla base di criteri stilistici numerose altre icone conservate soprattutto al Sinai, in primis quella con i Santi Cavalieri Sergio e Bacco, nonché le pitture murali di altre chiese nelle vicinanze, come ad esempio quelle di Mar Saba a Eddè, Batroun. |
Bibliografia principale | Helou 2006; Helou 2009; Immerzeel 2012-2013; Waliszewski - Chmielewski - Immerzeel - Hélou 2013; Helou – Abousamra 2021. |
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Schede correlate | Icona bilaterale con la Vergine Hodegetria e il Battesimo di Cristo Icona con San Sergio a cavallo e donatrice Icona bilaterale con la Vergine Hodegetria e i Santi Sergio e Bacco a cavallo Chiesa di Mar Saba |
Autore/Autrice scheda | CL |
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Tag:Annunciazione, architettura crociata, Boemondo VII, Comunione degli apostoli, Cristo in trono, Deesis, iscrizione in arabo, iscrizioni in siriaco, libano, San Giorgio, San Lorenzo, San Simeone lo Stilita, San Teodoro, santi cavalieri, Santi Monaci, Santi Sergio e Bacco, Santi Soldati, scudo, Sinai, tradizione bizantina