Icona con San Sergio a cavallo e donatrice
Photo courtesy of the Michigan-Princeton-Alexandria Expeditions to Mount Sinai
Opera | Icona con San Sergio a cavallo e donatrice |
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Datazione | 1260-70 ca. |
Luogo di produzione | Contea di Tripoli |
Tecnica di esecuzione | Tempera su tavola lignea e dorature, decorazioni a rilievo in gesso |
Misure | 29 x 23 cm |
Iscrizioni | Ὀ ἍΓΙΟC CÉΡΓΙΟC |
Luogo di conservazione | Monastero di Santa Caterina al Monte Sinai, Egitto |
Descrizione | Sulla piccola tavola lignea è raffigurato San Sergio a cavallo insieme alla donatrice dell’opera, più in basso e di dimensioni ridotte. La rappresentazione del santo esprime una commistione di elementi orientali ed occidentali. San Sergio indossa una cotta di maglia sopra una tunica corta e pantaloni; sul capo, contornato da un nimbo perlinato, porta un diadema, mentre il particolare equipaggiamento composto da scudo, arco, e grande faretra di ispirazione persiana lo identificano come un turcopolo, una tipologia di arcieri locali impiegati dagli eserciti latini, da quello bizantino e dagli ordini cavallereschi. La sella del cavallo è di tipo occidentale, mentre l’ampio mantello che svolazza sulla schiena del santo ha una particolare decorazione detta a çintamani, con dischetti disposti a triangolo. Questo motivo decorativo è di origine mongola ed era conosciuto e apprezzato grazie agli scambi commerciali e alla circolazione di manufatti preziosi come tessuti e sete. Infine il santo, mentre con una mano tiene le redini del cavallo, con l’altra regge uno stendardo con il vessillo crociato, una croce rossa su fondo bianco, ormai associato non tanto con i guerrieri occidentali quanto in generale con la difesa della cristianità contro gli infedeli musulmani. Anche l’abbigliamento e l’attitudine della donatrice ci dicono molto riguardo alla funzione della piccola icona e al contesto storico in cui è stata prodotta. Il velo nero fermato sul capo da un cerchietto di perle e l’abito blu indicano che si tratta di una committente occidentale, probabilmente appartenente all’aristocrazia francese, e in particolare di una vedova che invocava la protezione di uno dei santi cavalieri, il cui culto, di origine orientale, era stato assorbito anche dai latini che si erano stabiliti in Oriente. La donna si inginocchia e tocca il piede del santo soldato, atteggiamento che suggerisce un gesto di supplica, di sottomissione e una forte devozione personale. Dall’abito le pende un filo di perle, che oggi chiameremmo rosario, usato per contare le preghiere. Tutti questi elementi, insieme all’assenza di ulteriori iscrizioni all’infuori della designazione in greco del santo, indicano che l’icona non era destinata a all’esposizione pubblica bensì ad un uso privato. Potrebbe essere stata portata al Sinai in un secondo momento, forse per salvarla da una situazione di pericolo come la conquista da parte dei Mamelucchi del territorio in cui si trovava. L’icona con San Sergio, come anche l’icona con i Santi Sergio e Bacco a cavallo sempre conservata al Sinai, fu inizialmente interpretata come il prodotto di un atelier e di artisti crociati localizzati ad Acri, la bottega cosiddetta Workshop of the Soldier Saints, secondo un’espressione coniata da Folda. In realtà, se anche la cornice decorata con rilievi in gesso a pastiglia potrebbe rimandare a una richiesta da parte della committenza occidentale, lo stile della rappresentazione appartiene a un pittore dell’ambito siro-libanese. Tale ipotesi era basata sul confronto iconografico e stilistico con pitture murali di chiese in Libano e Siria che presentano anch’esse santi cavalieri caratterizzati da forte linearità, bidimensionalità e similitudini come la resa sintetica degli occhi, delle sopracciglia e del naso; la tesi è stata definitivamente confermata dalla recente scoperta delle pitture murali e dell’icona del monastero di Kaftoun in Libano e dall’identificazione di una bottega locale che si dedicava sia alla decorazione monumentale delle chiese che alla produzione di icone. All’ambito territoriale della Contea di Tripoli sono quindi state attribuite la piccola icona con San Sergio a cavallo e donatrice, la più grande con i Santi Sergio e Bacco, entrambe conservate al Sinai, e numerose altre tavole stilisticamente affini. |
Bibliografia principale | Weitzmann 1966; Mouriki 1990; Hunt 1991; Byzantium. Faith and Power (2004) sch. 229; Immerzeel 2004; Helou 2006; Helou 2009; Immerzeel – Helou 2007; Folda 2008 |
Voce Menù | Botteghe artistiche Committenze |
Schede correlate | Icona bilaterale con la Vergine Hodegetria e i Santi Sergio e Bacco a cavallo Icona bilaterale con la Vergine Hodegetria e il Battesimo di Cristo Pitture della chiesa dei Santi Sergio e Bacco Icona con Santa Marina Pitture della chiesa di Mar Sarkis Pitture del Monastero di Mar Musa al-Habashi Miniatura con la mappa di Gerusalemme e i Santi Giorgio e Demetrio a cavallo |
Autore/Autrice scheda | CL |