Icona con San Nicola e scene della sua Vita
Photo: courtesy of Archive of the Byzantine Museum of the Archbishop Makarios III Foundation
Opera | Icona con San Nicola e scene della sua Vita |
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Datazione | 1291 ca. |
Luogo di produzione | Nicosia, Cipro |
Tecnica di esecuzione | Tempera su tavola lignea, doratura e foglia d’argento, decorazioni a rilievo in gesso |
Luogo di conservazione | Byzantine Museum of the Archbishop Makarios III Foundation, Nicosia, Cipro |
Descrizione | L’icona agiografica, di grandi dimensioni, proviene dal monastero di San Nicola tes steges (“del tetto”, così chiamato per il particolare doppio tetto della chiesa) nei pressi di Kakopetria, a Cipro, e proprio la rappresentazione di questo santo è indicata da un’iscrizione in greco, che riporta la stessa particolare intitolazione del monastero. San Nicola, ampiamente venerato sia in ambito latino che orientale, è rappresentato al centro a figura intera, mentre sui due lati verticali si svolgono una sopra l’altra le scene della sua Vita, di più piccole dimensioni. Sia elementi occidentali che bizantini caratterizzano l’opera, che per questo motivo è ritenuta un significativo esempio della cosiddetta maniera cypria, ovvero uno stile che riflette la cosmopolita situazione dell’isola e coniuga influenze occidentali e siriache alla tradizione bizantina tardo-comnena. La rappresentazione di San Nicola e l’iconografia di molte scene della Vita sono di stampo bizantino, con qualche eccezione come la raffigurazione della tomba del santo, non presente nella tradizione orientale ma probabilmente ripresa da modelli occidentali in cui era rappresentata la tomba di San Nicola di Bari. Allo stesso modo il grande formato dell’icona, la disposizione delle scene narrative solo sulle fasce laterali, piuttosto che su tutti e quattro i lati come nella tradizione bizantina (si veda ad es. l’icona di S. Marina proveniente da Pedoulas, Cipro), e l’inquadratura di San Nicola all’interno di una cornice trilobata si ritrovano su tavole italiane dello stesso periodo, ad esempio sul dossale del Maestro di San Pietro conservato alla Pinacoteca di Siena. Lo stile della rappresentazione e le iscrizioni in greco, come anche la presenza di decorazioni a rilievo in gesso sui nimbi e su altri elementi secondari, fanno pensare alla produzione da parte di una bottega locale e quindi cipriota. Tuttavia un elemento incontrovertibile spiega la presenza delle inserzioni occidentali e attesta che la tavola è stata commissionata da un latino, probabilmente un francese: in basso a sinistra un cavaliere è inginocchiato ai piedi del santo, accompagnato, sulla destra, dalla moglie e dalla piccola figlia. Sull’armatura del cavaliere, sulla bardatura del cavallo e sullo scudo araldico è presente lo stemma della famiglia, un’aquila rossa su fondo bianco. Un donatore con lo stesso stemma è presente anche tra le miniature di un manoscritto “crociato” sulla Histoire Universelle, oggi nella Bibliothèque Royale a Bruxelles (Ms. 10175), posseduto nel 1432 da Febo di Lusignano, e quindi riconducibile all’ambito cipriota. Si ipotizza quindi che a commissionare le due opere sia stato lo stesso donatore, identificato da Folda sulla base dello stemma in un membro della famiglia Ravendel, forse Mellorus o Meilor, ultimo signore di Maraclea nella contea di Tripoli. A seguito della conquista Mamelucca di Maraclea nel 1285, il nobile si sarebbe rifugiato e stabilito a Cipro, dove è attestato nel 1295. L’icona testimonia quindi quella che era la situazione politica e culturale dell’isola e gli stretti legami mantenuti con la terraferma anche grazie allo spostamento dei nobili occidentali tra i vari territori, che con loro “trasportavano” pratiche artistiche e allo stesso tempo dialogavano con le pratiche devozionali locali. Questa tavola infatti è stata con tutta probabilità commissionata appositamente per il monastero ortodosso in cui è stata ritrovata, diversamente dalla simile icona con la Vergine Hodegetria e scene della sua Vita, a cui è stilisticamente molto vicina ma che fu prodotta per una chiesa di rito latino. |
Bibliografia principale | Ševčenko 1983, pp. 37-38; Ševčenko 1999, pp. 158-60 et passim, fig. 20; Glory of Byz, sch. 263 pp. 397-398, Immerzeel 2012-2013, pp. 98-99, Mouriki 1995, pp. 370-379 |
Voce Menù | Botteghe artistiche Committenze |
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Autore/Autrice scheda | CL |