San Giacomo Maggiore e donatori con la conchiglia di Santiago su colonna della Basilica della Natività, Betlemme
Foto per gentile concessione di Michele Bacci
Opera | San Giacomo Maggiore e donatori con la conchiglia di Santiago su colonna della Basilica della Natività |
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Datazione | 1180 ca. |
Luogo di produzione | Basilica della Natività, Betlemme, Regno latino di Gerusalemme |
Tecnica di esecuzione | Pittura murale |
Luogo di conservazione | Basilica della Natività, Betlemme |
Descrizione | Tra il 1130 e il 1169, o forse anche fino alla riconquista musulmana del 1187, diverse pitture votive furono dipinte sulle colonne della chiesa, a mo’ di ex voto da parte di devoti. Santi intercessori per le richieste dei pellegrini, santi protettori di specifiche categorie sociali o professionali ma anche santi ascetici connessi al territorio e ai monasteri nei dintorni di Betlemme, insieme alla raffigurazione di donatori e pellegrini, queste immagini esprimono un distintivo approccio devozionale da parte degli occidentali, ma anche l’acquisizione di tradizioni di culto locali. I modelli attraverso cui i santi venivano rappresentati appartengono alla tradizione bizantina, mentre non c’è accordo sulla provenienza degli artisti, che potevano essere greci, latini o arabici, e sulla datazione delle singole pitture, nella maggior parte dei casi attribuibili solo sulla base di criteri stilistici. Tra i casi in cui è accettata con una certa sicurezza la committenza occidentale, anche in virtù dell’iscrizione in latino, troviamo la rappresentazione di San Giacomo Maggiore, sulla prima colonna della navata sud. Il santo è rappresentato in piedi con un libro in mano, tuttavia la parte inferiore della sua figura è quasi completamente perduta. Al di fuori della cornice che lo circonda, in basso, sono rappresentati inginocchiati un donatore maschile, a sinistra, e una donatrice, a destra. Entrambi sono vestiti all’occidentale e, caratteristica molto interessante che li distingue dagli altri pellegrini-donatori, sui loro abiti è rappresentata la conchiglia simbolo del cammino verso Santiago di Compostela, il che lascia supporre che prima di recarsi in Terra Santa i due committenti si fossero già recati in pellegrinaggio al santuario galiziano con la tomba dell’apostolo. Il fatto che i donatori dedicarono quindi l’icona a San Giacomo e che si fecero rappresentare con l’attributo tipico dei viaggiatori verso Santiago evidenzia quindi l’importanza del pellegrinaggio come fenomeno “globale”, che univa e accomunava oriente e occidente. |
Bibliografia principale | - M. Andaloro, Al-musawwir: colui che scrive le immagini, in A. Calzona – R. Campari – M. Mussini (eds.), Immagine e ideologia. Studi in onore di Arturo Carlo Quintavalle, Milano 2007, pp. 613-617; - J. Folda, Twelfth-century pilgrimage art in Bethlehem and Jerusalem. Points of contact between Europe and the crusader kingdom, in R. M. Bacile – J. MacNeill (eds.), Romanesque and the Mediterranean. Points of contact across the Latin, Greek and Islamic worlds c. 1000 to c. 1250, Leeds 2015, pp. 1-14; - M. Bacci, The mystic cave. A history of the Nativity cave, Brno – Rome 2017, pp. 130-133. |
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Autore/Autrice scheda | CL |