Mosaici della Basilica della Natività
Foto da Bacci 2017
Opera | Mosaici della Basilica della Natività |
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Datazione | 1167-1169 |
Luogo di produzione | Basilica della Natività, Betlemme, Regno latino di Gerusalemme |
Tecnica di esecuzione | Mosaico |
Luogo di conservazione | Basilica della Natività, Betlemme |
Descrizione | Negli anni ’60 del XII secolo grandi sforzi diplomatici furono fatti tra bizantini e latini al fine di creare un’alleanza contro il musulmano Norandino in Siria; inoltre l’imperatore bizantino Manuele I Comneno si prodigò per raggiungere anche una riconciliazione tra la chiesa ortodossa, quella latina e quelle “orientali”, non calcedoniane. Espressione di questa epoca di “riavvicinamento” è la decorazione a mosaico, risalente al 1167-1169, delle pareti della navata centrale, della controfacciata e della parte orientale della chiesa. Il programma musivo, di cui oggi rimangono visibili solo alcune porzioni, può essere ricostruito nella sua interezza grazie a fonti testuali come i racconti dei pellegrini che nel corso dei secoli visitarono la chiesa. Nella navata, sul registro superiore, una processione di angeli indirizzava il cammino e lo sguardo dello spettatore verso il punto focale dell’abside in cui era rappresentata la Vergine con il Bambino, al centro tra gli antenati terreni Abramo e Davide. Questa composizione rimandava all’Incarnazione, tema centrale di tutto il programma, e collegava concettualmente la basilica superiore con la cripta sottostante, la grotta in cui era nato Cristo e in cui si conservava ancora la mangiatoia. Nel transetto e nelle altre aree del santuario si dispiegava un ciclo con la Vita di Cristo, che illustrava il suo percorso terreno fino alla Passione e Resurrezione, mentre la Natività era raffigurata nella grotta. Nei registri più bassi della navata centrale erano rappresentati gli antenati di Gesù secondo la genealogia dei Vangeli di Matteo (Mt. 1-1-16) e Luca (Lc. 3.23-38). Sulla controfacciata sintetizzava il tutto l’albero di Jesse, tema iconografico occidentale, ovvero una raffigurazione schematica dell’albero genealogico di Gesù. Del tutto peculiare è inoltre la rappresentazione, nel registro centrale della navata, dei primi concili ecumenici e sinodi provinciali della chiesa, raffigurati come elaborate architetture religiose con all’interno un cartiglio che sintetizzava le questioni dogmatiche affrontate in ogni assemblea. In questo modo si voleva sottolineare che l’autorità della chiesa risiedeva nelle decisioni prese conciliarmente, a discapito della supremazia di una singola chiesa sull’altra. Ciò era in linea sia con gli sforzi di Manuele Comneno per la re-unione delle chiese orientale e occidentale, sia con l’opposizione del patriarcato di Gerusalemme al primato della chiesa di Roma. Altra caratteristica eccezionale è la presenza di una doppia iscrizione in latino e in greco, ancora parzialmente visibile nella parte sud-est dell’abside, che oltre a testimoniare la committenza congiunta della decorazione nomina anche il nome del principale maestro che mise in opera i mosaici, Ephraim. Nell’iscrizione latina maggiore preminenza è data al re Amalrico I di Gerusalemme (1163-1174), viceversa in quella greca all’imperatore Manuele I Comeno (1143-1180), mentre in entrambi i casi è nominato anche il vescovo latino di Betlemme Radulfo (1154-1174). Oltre al capobottega Ephraim, nominato come mosaicista (μουσιάτωρ), la firma di un certo Basilius è riportata nella navata con un’altra doppia iscrizione in siriaco e in latino. Ciò indica l’appartenenza di questo pictor alla grande comunità arabo-cristiana presente in Palestina e testimonia la multiculturalità che caratterizzava le botteghe locali dell’epoca. Anche dal punto di vista formale si nota del resto la molteplicità di influenze che caratterizzano la rappresentazione, facendo pensare al coinvolgimento di una bottega locale piuttosto che di una “importata” da Costantinopoli. Lo stile bizantino tardo-comneno e alcuni particolari iconografici occidentali si uniscono alla rigogliosità paradisiaca della decorazione vegetale della navata, che in quanto a splendore e ricchezza cercava di rivaleggiare con edifici islamici come la Cupola della Roccia e la Moschea di al-Aqsa a Gerusalemme. |
Bibliografia principale | Hunt 1991; Andaloro 1999; Andaloro 2000; Andaloro 2007; Folda 2008, pp. 50-54; Bacci 2017, pp. 113-203 |
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Schede correlate | Basilica della Natività Sant'Olaf e donatrice su colonna della Basilica della Natività Vergine Glykophilousa con Bambino e donatori su colonna della Basilica della Natività San Giacomo Maggiore e donatori con la conchiglia di Santiago su colonna della Basilica della Natività |
Autore/Autrice scheda | CL |